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  • Zio Paperone e il vaso di Piendoro
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Zio Paperone e il vaso di Piendoro è una storia di Carlo Panaro e Giampaolo Soldati, pubblicata sul numero 2869 di Topolino.

Trama[]

Paperone si trova a Salonicco (Grecia), insieme ai nipoti, per controllare gli affari della sua ditta di pesce surgelato. Gli affari vanno bene ed il direttore aggiunge che nelli reti da pesca hanno trovato un cofanetto antico che potrebbe contenere dei preziosi. Paperino lo apre, ma ci sono solo due tavolette all'interno con delle scritte in greco antico. Su una è narrato il famoso mito del Vaso di Pandora mentre sull'altra è narrata un mito rimasto invece ignoto che riguarda il cugino di pandora, il tessitore Piendoro. Questi si recò sull'Olimpo offrendo a Zeus una splendida tunica e il re degli dèei ricambiò il dono regalandogli un vaso pieno di monete d'oro. Piendoro si diresse poi casa via mare, ma dovette attraccare sull'isola di Numis poichè era giunta la sera. Cenò in una locanda commettendo l'errore di pagare con l'oro del vaso attirando l'attenzione di due malintenzionati; Piendoro riuscì a scappare, ma dovette nascondere il vaso nell'isola in cui non riuscì più a tornare.

Zio Paperone è naturalmente interessato alla leggenda e decide di andare sull'isoletta di Numis con Paperino e Qui, Quo e Qua per verificare di persona. Giunti al villaggio vedono che tutte è addobbato e tutti sono vestiti come fossero nell'antica Grecia. Si presenta il sindaco (vestito da Zeus) che spiega che l'isola è una meta turistica ed usano l'artmosfera mitologica per attirarli. Paperone dice ai nipoti di non parlare del vaso e si spacciano anche loro per semplici turisti. Girando per i negozi, incontrano un venditore vestito come il dio Ermes comprando una folgore di metallo come souvenir e chiedendo informazioni sui vecchi edifici. Paperone vuole infatti scoprire dov'era la locanda dato che Piendoro ha sepolto il vaso nel bosco vicino ad essa. Vengono indirizzati alla biblioteca comunale dove la bibliotecaria (vestita da Atena) li porta ad una pila di volumi. Paperone trova il posto che si trova nella parte nord dell'isola e Paperino procura come mezzo di trasporto un carro antico appartente ad un isolano che si esibisce come Apollo.

Raggiunto il bosco, Paperone comincia ad affidarsi al suo mitico fiuto, ma senza successo. Qui, Quo e Qua hanno un intuizione e scoprono che il vaso non è stato sepolto sottoterra, ma tra le rocce. Paperone stavolta riesce a trovarlo. Ma appare, armato, "Ermes". Questi aveva riconosciuto Paperone e, sapendo della sua fama di scovatesori, lo aveva pedinato. Ermes prende il vaso e corre verso la sua macchina, ma Qua utilizza la folgore che avevano comprato da lui per farlo inciampare e sbattere contro la macchina. Il ladro viene legato e portato al municipio dove il sindaco lo fa arrestare. Paperino però si lascia scappare del vaso ed il sindaco ne reclama la proprietà in base alle leggi locali. Paperone è costretto a cederlo ottenendo solo una pergamena di ringraziamento e cominci ad inseguire, infuriato, il nipote tanto che dal mare i turisti in arrivo vedono fulmini e saette.

Pubblicazioni italiane[]

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