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  • Zio Paperone e il fumo della discordia
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Zio Paperone e il fumo della discordia è una storia di Rodolfo Cimino e Giorgio Bordini, pubblicata per la prima volta sul numero 690 di Topolino.

Trama[]

Zio Paperone sta riordinando la soffitta con l'aiuto di Qui, Quo e Qua che trovano un baule di specchietti, perline e cianfrusaglie che lo zio spiega aver comprato anni fa sperando di barattarli coi selvaggi. Ma ai tempi odierni non ci sono più selvaggi che accettano simili baratti. Intanto si presenta Paperino, bisognoso di un prestito di due dollari. Paperone decide di approfittare della situazione e gli consegna tutte le cianfrusaglie dandogli il compito di partire per mare e cercare popoli con cui fare baratti. Paperino ed i nipotini salpano così sulla piccola nave a carbone Il Tapiro sperando di fare baratti pena pagare le spese di viaggio.

Poichè, per far muovere la vecchia motrice a carbone, Paperino è costretto a usare della torba[1] fornita dallo zio, dalla nave viene emanata una grossa quantità di fumo. Un altra nave di passaggio pensa così ad un incendio e ci getta dell'acqua per poi dar loro del carbone vero chiarito l'equivoco. Paperino comincia così il suo giro di isole, ma non trova popoli con cui fare i baratti poichè o troppo selvaggi o troppo civili. Paperino decide di fare un ultima fermata, ma all'isola dove approda i nativi producono cianfrusaglie già per conto loro. Nel frattempo il carbone buono è finito e si è dovuti tornare alla torba. Il fumo prodotto viene spinto dal vento sull'isola e l'odore sembra piacere ai nativi, così abituati all'aria pura da essere interessati a odori sconosciuti. Paperino riceve così antiche monete d'oro e promette loro di tornare per nuovi baratti. Tornati a Paperopoli, Paperino ha un idea vedendo come le fabbriche dello zio appestino l'aria dato che usano la stessa torba. Non dice niente così a Zio Paperone menzionando solo come nessuno ha voluto le sue cianfrusaglie.

Paperone si insospettisce però dopo aver visto il nipote pranzare all'arciristorante, ma non capisce dove abbia trovato i soldi. Nel frattempo Paperino illustra ai nipotini la sua idea di prelevare clandestinamente il fumo dalle ciminiere di zio Paperone e chiuderlo in delle bombole da dare ai nativi. Paperino così guadagna dei zecchini d'oro col nuovo baratto e decide di aumentare il prelievo di fumo montando dei collegamenti abusivi. Paperone incarica un investigatore privato e nota il minor fumo venendogli però risposto dal suo resaponsabile che la produzione non è calata. Mentre Paperino compie l'ultimo viaggio della stagione, Paperone scopre la verità dal suo investigatore e si reca dal suo avvocato. Intima così a Paperino di dargli i proventi del suo baratto avendo usato il suo fumo ed il nipote si rivolge a sua volta ad un avvocato.

Si tiene il processo davanti al Giudice Gufo. L'accusa espone le sue richieste, ma l'avvocato di Paperino ribatte che non c'è stato alcuna danno per Paperone dato che il fumo sarebbe andato disperso ed è solo il lavoro di Paperino ad avergli dato valore. Il giudice arriva quindi una decisione: Paperino dovrà pagare lo zio ma, dato che il fumo è una sostanza effimera che non ha mai avuto valore, anche il pagamento consisterà in qualcosa di altrettanto effimero e inutile...il suono delle monete. Paperino paga così felicemente il suo "debito" alla faccia dello zio.

Censure[]

Pubblicazioni italiane[]

Note[]

  1. la torba è un deposito composto da resti vegetali sprofondati e impregnati d'acqua e rappresenta lo stadio iniziale della formazione del carbone. è un combustibile usato in alcuni paesi poveri d'alberi
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