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  • Zio Paperone - La corona dei re crociati
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Zio Paperone – La corona dei re crociati (The Crown Of The Crusader Kings) è una storia scritta e disegnata da Don Rosa nel 2001.

Sinossi[]

Depresso per aver perso alcuni tesori importanti da lui trovati (come la pietra filosofale e la corona di Gengis Khan), Paperon de' Paperoni si ricorda improvvisamente di sapere dove trovare il diario di bordo perduto di Cristoforo Colombo, che rivela l'ubicazione di una corona che un templare avrebbe dovuto portare al Khan, nel Catai.

Ad Haiti, nei Caraibi, Paperone e nipoti trovano la corona, dopo aver sconfitto i brutopiani, ma il consiglio monetario internazionale, rappresentato di Mr. Molay e Maurice Materasso, rivendica il possesso della corona, in quanto "discendenti" dell'ordine dei templari. Affermano, infatti, che la corona è diventata loro proprietà il 13 ottobre 1582, 100 anni dopo che l'avevano prestata ai regni spagnoli e portoghesi. I paperi, però, riescono a dimostrare che a causa del passaggio al calendario gregoriano, non c'è mai stato un 13 ottobre 1582 e così la corona non è mai stato restituita ai Cavalieri Templari. Tuttavia, il governo di Haiti viene riconosciuto come il legittimo proprietario della corona, poichè è stata rinvenuta sulla loro proprietà. Paperone è comunque soddisfatto e conserva soltanto il tessuto in cui è stata avvolta la corona in quanto è, come si scoprirà dopo, un tartan del clan de' Paperoni, che indica che i de' Paperoni erano i guardiani del tesoro templare.

Trama[]

Paperon de' Paperoni è depresso per aver perso alcuni suoi importanti tesori, come la pietra filosofale e la corona di Gengis Khan; Qui, Quo, Qua cercano di distrarlo suggerendogli la ricerca del corrispettivo europeo della corona asiatica: una corona cerimoniale che i re europei intendevano offrire al Gran Khan a testimonianza della loro alleanza. La corona fu affidata a Cristoforo Colombo, ma questi non poté consegnarla dal momento che arrivò non nel Catai, bensì nelle Indie occidentali ed è probabile che il prezioso oggetto si trovi ancora lì. Il diario del navigatore però è andato perso e non si hanno ulteriori indicazioni. Ma Paperone si rianima perché, forse, sa dove trovare il diario di bordo perduto di Colombo e decide di partire coi ragazzi e Paperino alla sua ricerca. Paperino si aspetta un viaggio ai Caraibi: si ritrova invece in Siberia, nelle acque ostili di Brutopia, in viaggio su una goletta verso la baia di Kolyuchin.

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Paperone dà allora i necessari chiarimenti ai nipoti: nel 1892, diretto alla corsa all'oro in Australia, si trovò a passare per Chicago dove era allestita una grandiosa esposizione a ricordo dei quattrocento anni dalla scoperta dell'America. Lì incontrò un esperto di mappe, il professor Adolf Eric Nordenskiöld: questi raccontò di aver realizzato cartografie dell'antica America basandosi sul diario di Colombo, acquistato in un negozietto di Lisbona e abbandonato in una capanna nella baia di Kolyuchin, mentre il professore cercava il passaggio a nord-est. Quindi Paperone ritiene che il diario si trovi ancora lì. Ma un aero brutopiano li avvista e presto i paperi verranno attaccati: lo zione manda immediatamente i nipoti a cercare il diario mentre lui resta di guardia all'imbarcazione. Paperino e i ragazzi scovano il volume sotto il lastricato della capanna, ma vengono circondati da un branco di lupi e da un feroce orso bianco che impediscono loro il ritorno.

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Uno strano rumore mette però in fuga gli animali: è il suono stridulo di un lungo cingolato col quale Paperone trasporta la goletta, sollevata dai ghiacci: Archimede ha ideato il marchingegno. I quattro si allontanano, ma un razzo brutopiano li raggiunge e mette a rischio il diario appena recuperato. Fortunatamente, dopo una colluttazione tra Paperino e l'orso bianco, il diario è messo in salvo e Paperone inizia a leggerlo. Viene così a sapere che Colombo, rientrando in Europa, fu fermato a Lisbona da una tempesta e affidò il diario a un suo uomo perché lo portasse al re di Spagna, ma così non fu e le tracce dello scritto si smarrirono. Sul diario è però anche riportato un accenno a una corona nascosta da un templare e salvata dal naufragio della Santa Maria, avvenuto il giorno di Natale e a seguito del quale Colombo fondò un insediamento, La Navidad. Lì la custodia della corona fu affidata appunto a un templare, ma quando Colombo ritornò alla Navidad non era rimasto più nessuno. Zio Paperone, dopo aver raccontato ai nipotini quanto conosce dei Templari, pensa che un membro del Consiglio internazionale della valuta, o Consiglio monetario internazionale, possa dare indicazioni su dove un templare abbia potuto nascondere una corona. A questa organizzazione Paperone aveva tempo prima ceduto la pietra filosofale.

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Si parte allora per Parigi, alla sede del Consiglio; lì Paperone ritrova Maurice Materasso e conosce il direttore Mister Molay. Costui si dimostra interessatissimo alla corona e ne racconta le vicende: essa fu realizzata per incoronare re di Gerusalemme un nobiluomo europeo; alla riconquista dei Saraceni, i Templari ritornarono coi loro tesori in Europa: furono perseguitati dal re di Francia Filippo IV che li fece arrestare il 13 ottobre 1307 (un venerdì, da qui, forse, la diceria della sfortuna dei giorni venerdì 13) tentando di impadronirsi dei loro averi. Ma alcuni si salvarono dalla prigione e dalla morte e, fuggiti con la flotta, portarono il tesoro in Spagna, Portogallo e Scozia, i cui re erano in rapporti coi Templari. I sovrani si accordarono con essi, presero la corona promettendo una percentuale dei commerci con il Catai e i Templari finanziarono il viaggio di Colombo: non è un caso che sulle vele delle tre navi comparissero le loro croci. Mister Molay offre poi la sua assistenza per la ricerca della corona e parte per Haiti con i paperi.

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Giunti ai Caraibi esattamente il giorno di Natale, data in cui sarebbe possibile individuare il luogo della corona, scoprono sulla cima di una collinetta l'ancora della Santa Maria, affondata proprio a Natale nella vicina baia: Molay, basandosi sulle tradizioni templari, relative alla simbologia di sole ed ombre, suggerisce che il sito della corona si possa individuare se si guarda attraverso l'anello dell'ancora in direzione della sua ombra. I paperi si avviano verso quel luogo, mentre Molay torna a Parigi.

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Lungo il cammino, Paperino e Paperone vengono rapiti dai nativi, che li tormentano con un rito Vodoo tramite i loro pupazzetti e ne inscenano, per divertimento, il sacrificio. Arrivano però Qui, Quo e Qua al salvataggio degli zii e si scopre che Mister Molay aveva avvertito i nativi che sarebbero arrivate delle spie, vale a dire Paperone e nipoti. Quindi Molay ha mentito ed ingannato tutti, provocando così l'irritazione degli autoctoni. I paperi tornano liberi e si rimettono alla ricerca, inutilmente; dopo alcuni giorni ritornano all'albergo per ripartire verso casa. Mister Molay è ancora lì e il fatto li stupisce, poiché il giorno positivo per l’osservazione è ormai trascorso ma Quo, esperto di storia medioevale, ricorda che il passaggio dal calendario giuliano a quello gregoriano ha provocato l'annullamento di dieci giorni e pertanto il 25 dicembre di Colombo è il 3 gennaio, vale a dire il giorno in cui si trovano. I quattro allora ritornano sul posto ma, senza guardare attraverso l’anello dell'ancora, ricostruiscono la posizione del tesoro: è tra due alti castagni che simboleggiano le due colonne del tempio di Salomone a Gerusalemme. Trovano una pietra con inciso lo stemma dei Templari e sotto di essa uno scrigno con la corona.

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In quel momento però arriva Molay e svela la sua identità: la sua associazione è in realtà la Banca dei Templari e lui ne è il Gran Maestro. Ritiene quindi di avere diritto alla corona e estrae una pistola minacciando Paperone che non vuole rinunciare al tesoro.

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Ma ad un tratto Molay comincia a muoversi scompostamente e a dare testate negli alberi: gli indigeni, offesi, si stanno vendicando e, ancora grazie a un pupazzo, lo fanno dimenare a loro piacimento. La corona però deve restare ad Haiti e Zio Paperone, suo malgrado, la lascia ai nativi e prende il largo sulla goletta trattenendo solo la stoffa in cui la corona era avvolta. Ma c'è una sorpresa finale: questa stoffa è il tartan del clan de' Paperoni. E mentre lo zione già pensa di esplorare il suo vecchio castello, Paperino non si capacita che, con il cambio dei calendari, il fatidico venerdì 13 sarebbe invece una domenica 22…

Analisi[]

Don Rosa, nell’introduzione sul n. 18 di The Don Rosa Library, tratteggia le vicende compositive che l'hanno portato alla stesura della storia, i riferimenti a Barks ma anche alle proprie opere. La trama è complessa e basata su dati reali accanto a quelli leggendari: il primo Re di Gerusalemme fu Baldovino IV d'Angiò[1], qui definito genericamente nobiluomo europeo; del tesoro dei Templari si parla da sempre [2] senza che si sia trovato un indizio certo della sua collocazione o della sua effettiva esistenza. Cristoforo Colombo fu quasi certamente a contatto coi Templari, se non templare egli stesso, e sulle caravelle pare che comparisse davvero la loro croce[3]. Adolf Eric Nordenskiöld fu effettivamente esploratore e cartografo e si occupò delle mappe dell'America. Il calendario gregoriano sostituì il giuliano causando l’incongruenza nella datazione che Quo rivela[4]. Da non dimenticare infine il riferimento a Brutopia, luogo di un'altra serie di storie.

Tutti questi dati ed altri ancora sono amalgamati nella storia, non senza qualche passo faticoso da districare, ma sempre estremamente curato. Anche i disegni riproducono con precisione gli stemmi dei templari, il loro abbigliamento, le navi di Colombo e così via.

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Ma al di là degli aspetti dotti della narrazione, ci sono momenti di comicità pura: il povero Paperino alle prese con l'orso, oppure zio e nipote fatti muovere, saltare e scalciarsi tra di loro dalla manipolazione dei pupazzi vodoo. C'è anche una nota quasi patetica: lo stregone autore del rito, sospettato da Paperone di voler tenere per sé la corona, risponde dignitosamente di non essere un avido ladro di antichità e che anzi la corona servirà ad attirare turisti nel museo locale. E dopo questa nobile affermazione, continua a tormentare Molay divertendosi come un bambino.

Riferimenti a Carl Barks[]

Questa storia contiene riferimenti alla corona di Gengis Khan, trovata da Paperone nella storia Zio Paperone e la corona perduta di Gengis Khan e nuovamente persa nella storia Zio Paperone e il ritorno a Xanadu.

Il consiglio monetario internazionale è anche un'organizzazione creata da Barks in Zio Paperone e la favolosa pietra filosofale, così come la figura del signor Materasso. Di Don Rosa è invece l'invenzione di Mr. Molay. Per uno schema dei rapporti tra le storie di Barks e quelle di Don Rosa si veda https://www.badtaste.it/fumetti/speciali/chrono-don-rosa-72-corona-re-crociati/

Riferimenti al lavoro di Don Rosa[]

Nella costruzione della trama Don Rosa si rifà alle sue storie precedenti, come Paperino e le carte perdute di Colombo, Zio Paperone e i guardiani della biblioteca perduta e Zio Paperone e il tesoro di Creso, che hanno creato il contesto storico su cui si basa questa storia.

Un riferimento temporale è presente anche quando Paperone ricorda di aver partecipato all'esposizione universale di Chicago nel 1892, un anno prima delle avventure narrate in Il leggendario papero del deserto d'Australia, nella Saga di Paperon de' Paperoni.

Questa storia è anche il punto di partenza della storia Una lettera da casa, che ne rappresenta il sequel.

Curiosità[]

Il D.U.C.K si trova nella vignetta d'apertura sulle teste dei chiodi sotto il cartello SALA DEI TROFEI.

Pubblicazioni italiane[]

Note[]

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