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  • Topolino e la saga burocratica
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Topolino e la saga burocratica è una storia scritta e disegnata da Silvia Ziche. La storia è divisa in tre episodi tutti pubblicati sul numero 2937 di Topolino, uscito in edicola il 13 marzo 2012. La storia è caratterizzata dalla classica comicità che la Ziche imprime a tutte le sue storie e ironizza sui mondi fantastici, che oggigiorno sono molto in voga, ma anche sulle micidiali ed interminabili ore che un cittadino deve attendere in coda ogni qual volta si rechi ad un ufficio pubblico.

Trama[]

I episodio[]

Succedono fatti strani a Topolinia: Gambadilegno si fa vedere in giro a spendere fior fiore di quattrini in vestiti costosissimi e automobili di lusso. Il commissario Basettoni, e con lui tutta la polizia, brancola nel buio e non riesce a spiegarsi come il furfante possa spendere così tanti soldi. Come al solito richiede l'aiuto di Topolino, ma questa volta il suo amico non può venirgli in soccorso. Si trova bloccato in coda all'agenzia delle entrate, attendendo il proprio turno per pagare le tasse. Ha davanti a sé più di settecento persone e per ingannare il tempo Minni lo ha costretto a leggere la saga fantasy più in voga del momento. Mentre Topolino è in coda e si sta lamentando della lentezza della burocrazia, viene avvicinato da uno strano individuo che con prepotenza lo trasporta in un mondo parallelo. Topolino si ritrova nel Paese della burocrazia rampicante governato dal magnanimo sovrano Faldone IV. In questo assurdo paese vige un rigidissimo sistema burocratico le cui norme regolano tutti, ma proprio tutti, gli aspetti della vita. Chiunque segue le regole e compila gli appositi moduli per chiedere il permesso di fare qualsiasi cosa. È successo però un fatto inaspettato: un criminale ruba senza aver prima fatto l'apposita richiesta, non rispetta la burocrazia e prima di scappare non attende che la milizia reale abbia compilato il modulo d'inseguimento. Il regno è in ginocchio e il re in persona domanda l'aiuto di Topolino.

II episodio[]

Topolino scopre che il criminale è nientemeno che il suo acerrimo nemico Pietro Gambadilegno. Vorrebbe subito acciuffarlo, ma il decano di corte gli impone di compilare prima gli appositi moduli. L'eroe cerca di redigere tutte le carte, ma poi spazientito vi rinuncia e si lancia -senza autorizzazione- all'inseguimento del furfante. Durante l'inseguimento Pietro racconta come, durante un tentaivo di rapina, era stato colpito in testa da un libro che lo aveva teletrasportato in quel mondo. Lì aveva scoperto quanto era facile per lui rapinare i paesani, troppo impegnati con le pratiche burocratiche per inseguirlo, e usando il libro come portale poteva tornare nel suo mondo a godersi il frutto delle sue rapine senza timore della polizia. Dopo una lunga cavalcata Topolino riesce a catturare Gambadilegno impendendogli di usare il libro. Poco dopo, scortato dalla sua guardia personale, sopraggiunge anche il re e assurdamente dichiara che Topolino è in stato di arresto per lesa burocrazia poiché non ha compilato le apposite carte per l'ingeguimento. Gambadilegno invece è libero perché i soldati non hanno avuto il tempo di scrivere gli appropriati moduli per arrestarlo.

III episodio[]

Topolino rischia di essere arrestato per lesa burocrazia e per salvarsi cerca di far riconoscere agli abitanti del Paese della burocrazia rampicante che il loro assurdo codice paralizza la vita di tutti i cittadini e che fu creato da un re pavido che non voleva assumersi nessuna responsabilità. Dopo un'eloquente arringa, Topolino riesce a convincere il sovrano: il codice burocratico verrà abolito. Gambadilegno, che stava cercando di approfittare della situazione per scappare grazie al libro, viene ricatturato ed il libro distrutto. Il paese è in festa, ma Topolino non può concedersi il lusso di distrarsi: deve tornare a casa per pagare le tasse. Così, portando con sé Gambadilegno, torna nel mondo reale proprio nella sala d'attesa dell'agenzia delle entrate. Improvvisamente Pietro riesce a liberarsi e Topolino cerca di evitare che scappi e lo affida a Basettoni a cui aveva telefonato. In quel momento arriva il suo turno, ma non riesce a presentarsi in tempo allo sportello. La vecchietta dopo di lui non ha intenzione di rinunciare al suo posto e la dipendente statale gli intima di rimettersi in coda dicendo che la colpa è sua perchè si è distratto. Topolino deve così nuovamente apprestarsi ad attendere il proprio turno allo sportello per lunghe interminabili ore e si rimette a leggere il noioso libro fantasy.

Pubblicazioni italiane[]

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