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Tutto comincia in un avamposto della Legione Straniera, nel Sahara, dove Gancio è di guardia a un ricco deposito di granaglie. L’avamposto viene assalito da una formazione di rapaci, ingolositi dalle cibarie, ma Gancio riesce ad allontanarli con la contraerea. Da solo però non potrà fronteggiare un altro attacco e così riempie di melassa alcuni sacchi su cui disegna l’immagine del dollaro: i nemici crederanno di trovarvi del denaro e rimarranno invischiati, come di fatto avviene. Nel frattempo arrivano i rinforzi e il capo degli aggressori, [[Svlat ben Yusuf]], viene portato davanti alla corte della Legione, che lo condanna a due anni e sei mesi di gabbia.
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Allora Svlat si lamenta con Gancio perché, da prigioniero, non potrà accudire suo figlio, che ha lasciato nascosto nell’oasi di Bufra presso i resti di un tempio romano; Gancio si intenerisce e va alla ricerca del piccolo con un carico di alimenti per neonati, lo trova, lo sfama e poi torna all’avamposto; ma è in ritardo e viene punito con incombenze varie e, a seguito delle sue proteste, con quindici giorni nella stessa gabbia di Svlat. Gancio, ormai stanco della Legione e preoccupato per il pulcino, riesce ad evadere, portandosi dietro Svlat: questo però gli rivela che il presunto figlio in realtà è un uccelletto sconosciuto che ha visto per caso nell’oasi e che ha usato per commuovere Gancio e fargli escogitare qualche piano per la fuga. I due si separano e Gancio torna a riprendere il piccolo, ormai solo al mondo, che chiama Bruto a ricordo delle rovine romane dove l’ha trovato.
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Il racconto è concluso, ma Topolino e l’amico non si sono accorti che Bruto li ascoltava dalla finestra: non lo trovano nella roulotte e con Pluto lo cercano per le strade inutilmente; quando rientrano scoraggiati, vengono però accolti da un Bruto entusiasta, che offre loro una bottiglia di champagne, commosso per aver conosciuto la vera storia della sua origine e aver constatato la generosità del padre adottivo. Tutto finisce bene, tranne che per l’arrivo del vicino di casa furibondo: la bottiglia di champagne Bruto l’ha rubata a lui.
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==Riferimenti==
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*L’oasi di Bufra è un luogo inesistente, il cui nome rimanda alla reale oasi di Cufra nel sud-est della Libia.
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*Rovine romane sono diffuse in tutto il nord Africa, ma non specificamente in quella zona.
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==Curiosità==
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*Bruto si rivolge a Gancio con l’appellativo pa’, in uso tra gli adolescenti degli anni ’70 (cfr. Pa’ diglielo a Ma’, canzone di Rosalino, ovvero Ron, al Festival di Sanremo del 1970).
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*Compare per la prima volta Svlat, il predone del deserto, riapparso molti anni dopo questa storia in ''[[Topolino e il settimo corvo]]'' su Topolino n. 3317 nel giugno 2019. Anche qui, ha a che fare con Gancio e Bruto.
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==Pubblicazioni italiane==
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*[[Topolino (libretto)|Topolino]] 1048 (1975)
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*[[I Grandi Classici Disney]] 14 (1984)
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*I Grandi Classici Disney 130 (1997)
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*[[I Classici di Walt Disney]] (seconda serie) 327 (2004)
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*[[Disney Big]] 4 (2008)
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*[[Le grandi storie Disney]] - L'opera omnia di Romano Scarpa 32 (2014)
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*Super Disney 68 - Disney Big Ristampa (2017)
 
[[Categoria:Storie italiane]]
 
[[Categoria:Storie italiane]]
 
[[Categoria:Storie di Romano Scarpa]]
 
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Versione delle 20:24, 24 mag 2020

  • Topolino e il rampollo di Gancio
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Topolino e il rampollo di Gancio è una storia di Romano Scarpa uscita nel 1975; essa narra, attraverso un lungo flashback, di come Gancio abbia conosciuto e in seguito deciso di adottare Bruto.

Trama

Topolino e Pluto sono intenti a vedere diapositive e in alcune di esse compare l’immagine di Gancio, che Topolino descrive come personaggio astuto e concreto; in quel momento entra nella stanza proprio Gancio che, dopo i saluti, dice a Topolino di aver portato con sé suo figlio Bruto. Topolino non ha il tempo di riprendersi dallo stupore che compare Bruto, aggrappato alla coda di Pluto, simulando una regata di canottaggio: “iole a quattro zampe con timoniere!”. Dopo aver messo in fuga il cane e aver sfasciato un po’ di arredo, Bruto si calma e vengono fatte le presentazioni; ma la pace dura poco perché il monello si appropria di tutta la cena, credendola solo sua, e lascia agli altri insipide scatolette. Mentre Bruto divora il cibo nella roulotte parcheggiata nel giardino di Topolino, Gancio ha modo di raccontare all’amico la storia del suo pupillo

Tutto comincia in un avamposto della Legione Straniera, nel Sahara, dove Gancio è di guardia a un ricco deposito di granaglie. L’avamposto viene assalito da una formazione di rapaci, ingolositi dalle cibarie, ma Gancio riesce ad allontanarli con la contraerea. Da solo però non potrà fronteggiare un altro attacco e così riempie di melassa alcuni sacchi su cui disegna l’immagine del dollaro: i nemici crederanno di trovarvi del denaro e rimarranno invischiati, come di fatto avviene. Nel frattempo arrivano i rinforzi e il capo degli aggressori, Svlat ben Yusuf, viene portato davanti alla corte della Legione, che lo condanna a due anni e sei mesi di gabbia.

Brutopulcino

Allora Svlat si lamenta con Gancio perché, da prigioniero, non potrà accudire suo figlio, che ha lasciato nascosto nell’oasi di Bufra presso i resti di un tempio romano; Gancio si intenerisce e va alla ricerca del piccolo con un carico di alimenti per neonati, lo trova, lo sfama e poi torna all’avamposto; ma è in ritardo e viene punito con incombenze varie e, a seguito delle sue proteste, con quindici giorni nella stessa gabbia di Svlat. Gancio, ormai stanco della Legione e preoccupato per il pulcino, riesce ad evadere, portandosi dietro Svlat: questo però gli rivela che il presunto figlio in realtà è un uccelletto sconosciuto che ha visto per caso nell’oasi e che ha usato per commuovere Gancio e fargli escogitare qualche piano per la fuga. I due si separano e Gancio torna a riprendere il piccolo, ormai solo al mondo, che chiama Bruto a ricordo delle rovine romane dove l’ha trovato.

Il racconto è concluso, ma Topolino e l’amico non si sono accorti che Bruto li ascoltava dalla finestra: non lo trovano nella roulotte e con Pluto lo cercano per le strade inutilmente; quando rientrano scoraggiati, vengono però accolti da un Bruto entusiasta, che offre loro una bottiglia di champagne, commosso per aver conosciuto la vera storia della sua origine e aver constatato la generosità del padre adottivo. Tutto finisce bene, tranne che per l’arrivo del vicino di casa furibondo: la bottiglia di champagne Bruto l’ha rubata a lui.

Riferimenti

  • L’oasi di Bufra è un luogo inesistente, il cui nome rimanda alla reale oasi di Cufra nel sud-est della Libia.
  • Rovine romane sono diffuse in tutto il nord Africa, ma non specificamente in quella zona.

Curiosità

  • Bruto si rivolge a Gancio con l’appellativo pa’, in uso tra gli adolescenti degli anni ’70 (cfr. Pa’ diglielo a Ma’, canzone di Rosalino, ovvero Ron, al Festival di Sanremo del 1970).
  • Compare per la prima volta Svlat, il predone del deserto, riapparso molti anni dopo questa storia in Topolino e il settimo corvo su Topolino n. 3317 nel giugno 2019. Anche qui, ha a che fare con Gancio e Bruto.

Pubblicazioni italiane