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  • Ser Paperone e... il nuovo mondo
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Ser Paperone e... il Nuovo Mondo è il settimo ed ultimo capitolo della Saga di Messer Papero e di Ser Paperone, scritto da Guido Martina per i disegni di Giovan Battista Carpi ed edito per la prima volta in Italia su Topolino numero 1430 del 1 maggio 1983.

Trama[]

Dopo la morte di Lorenzo il Magnifico, la pace in Italia finisce. Nel 1494 il re di Francia Carlo VIII invade e conquista la penisola e, arrivato a Firenze, occupa la città. Ser Paperone intuisce subito che il re chiederà al più presto un forte riscatto alla popolazione per abbandonare Firenze e così, temendo per i suoi fiorini, si barrica in casa col nipote. Alcuni giorni dopo, decisa l'entità del riscatto, il gonfaloniere Pier Capponi viene convocato dai francesi. Questi, contando sul fatto che egli sia molto arrendevole, chiedono la spropositata cifra di un milione di fiorini d'oro. Il gonfaloniere rifiuta decisamente e fa armare il popolo, nel caso i francesi decidano di attaccare.

Una volta accortosi delle misure prese da Capponi, re Carlo VIII decide di patteggiare e infine l'esercito se ne va da Firenze. Intanto Ser Paperone, che per tutti quei giorni era stato chiuso in casa, esce per cercare del cibo. Trovato un venditore ambulante di patate, gli chiede da dove vengano quegli strani frutti e scopre che essi sono stati portati in Europa dal genovese Cristoforo Colombo, che ha scoperto da poco una nuova rotta per le Indie, delle terre dove vi si trova moltissimo oro e tante altre sostanze preziose di cui in Europa si ignora l'esistenza. Subito irretito dal richiamo dell'oro, Ser Paperone assieme al nipote si lancia alla ricerca di Colombo.

Giunti in una compagnia commerciale, apprendono che il fiorentino Amerigo Vespucci sta preparando un secondo viaggio per le Indie. I paperi partono immediatamente con il loro prezioso carico per raggiungere il porto, ed intanto Ser Paperone narra al nipote la storia dell'asino volante di Empoli. Durante la battaglia tra Empoli e San Miniato, il capitano empolese Eugenio Machiavello utilizzo un abilissimo trucco per conquistare la città. Fece legare a un gregge di pecore delle lanterne addosso, e le fece portare in direzione di San Miniato. I nemici subito lo scambiarono per un potente esercito e immediatamente aprirono le porte della città per patteggiare, e soltanto allora si accorsero dell'inganno. Lo stesso comandante nemico si complimentò per la sua astuzia con Machiavello e questi rispose che per gli empolesi nulla era impossibile, nemmeno far volare un asino. Così si misero d'accordo e, per la domenica prossima, i sanminiatesi sarebbero venuti ad Empoli per vedere quest'asino volante. Sempre il capitano Machiavello, con un altro trucco, fece volare l'asino e vinse la scommessa. Intanto i paperi arrivano al porto e si imbarcano con il barile d'oro nella nave di Capitan Ribaldo, che in poco tempo scopre la verità sul carico. Allora aspettano la notte e scendono nella stiva per rubarlo, ma vengono sorpresi grazie all'aiuto dell'asino. Dopo una lunga lotta, i paperi, con l'asinello e il carico, cascano in mare e vengono trasportati dalla corrente sino alla costa dove sorge Siviglia. Trovato Amerigo Vespucci, scoprono che Colombo è già partito da un mese. Disperato, Messer Papero decide di finanziare il viaggio di Vespucci con i suoi fiorini e finalmente parte alla volta dell'America. 

Qui Finisce il racconto di Paperone e solo allora Paperino si accorge di non aver infilato la cassetta nel registratore e quindi, di non aver registrato nulla. Allora l'iracondo zio comincia ad inseguirlo e la saga ha termine.


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