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|titolo = Paperino fornaretto di Venezia
 
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Versione delle 08:45, 12 feb 2014

  • Paperino fornaretto di Venezia
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Paperino originale Questo è un articolo dal contenuto originale
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Paperino fornaretto di Venezia è una parodia a fumetti Disney del dramma storico Il fornaretto di Francesco Dall'Ongaro, reso popolare nel Novecento dai molti film che ne furono tratti (particolarmente di successo fu Il fornaretto di Venezia, diretto nel 1963 da Duccio Tessari con l'interpretazione di Enrico Maria Salerno). Non a caso, forse, solo un anno dopo la realizzazione di tale film fu creata questa parodia Disney ambientata nell'universo dei paperi, per la sceneggiatura di Osvaldo Pavese e i disegni di Giovan Battista Carpi.


Trama

Paperon de' Paperoni sta mostrando a Qui, Quo, Qua la sua ricchissima biblioteca, quando un libro gli cade sulla testa e ne esce un antico documento: si tratta di un premio conseguito dall'antenato Paperon de' Pantaloni per la miglior maschera di carnevale. Paperone racconta tutta la vicenda ai nipotini incuriositi.

Nella Venezia del Settecento viveva il ricchissimo e avarissimo Paperon de' Pantaloni, antenato dei paperi moderni. Si occupava di commerci di ogni tipo, e fra le sue proprietà c'era un importante panificio, in cui Paperon faceva lavorare il nipote Paperino sfruttandolo oltre ogni limite. Costante preoccupazione di Paperon, oltre che arricchire e guadagnare il più possibile, era anche sfuggire all'assillante corteggiamento della dama Brigitta, ospite della locanda L'oca d'oro di proprietà dello stesso Paperon.

Le ricchezze di Paperon de' Pantaloni facevano gola a una banda di criminali turchi simili ai Bassotti, che escogitarono un piano per derubarlo. Avendo appreso del disperato amore non corrisposto di Brigitta nei confronti del ricco papero, la convinsero a far sì che quest'ultimo subisse un furto di tutte le sue sostanze: secondo l'accordo, il furto sarebbe dovuto essere solo simulato, in modo che, quando Paperon, caduto in miseria, si fosse fatto consolare da Brigitta e avesse scoperto il suo amore, le ricchezze gli sarebbero state restituite.

Brigitta si lasciò persuadere e, ventilando a Paperon un guadagno, lo convinse a dare una festa di carnevale nel suo palazzo. Durante la festa lei stessa gli sottrasse la chiave della cassaforte, in modo che i turchi potessero prelevare il denaro; questi, sfruttando un condotto usato come portavoce, trasferirono il bottino nel forno di Paperon e lo nascosero in alcune pagnotte.

In realtà il furto era tutt'altro che simulato: i turchi avevano effettuato un'ordinazione di pagnotte appunto per potersi far consegnare il denaro nascosto nel pane. Il loro piano avrebbe funzionato se Paperino, vinto dalla fatica, non si fosse addormentato lasciando bruciare il pane contenente il denaro e non avesse poi consegnato ai banditi delle altre pagnotte.

Paperon, disperato per aver scoperto il furto e furente con il nipote, scoprì casualmente le pagnotte bruciate contenenti l'oro e perdonò Paperino. I turchi, a loro volta accortisi del fallimento del loro proposito, anziché tornare in patria si recarono nuovamente al forno di Paperon per riappropriarsi del denaro. Seguì una furibonda lotta fra i due paperi e i banditi, in cui tutti si sporcarono abbondantemente di farina. Casualmente passava di là la commissione incaricata di assegnare il premio alla miglior maschera di carnevale, e i commissari ritennero che la colluttazione rappresentasse un originale gruppo mascherato ("l'industre Serenissima soggioga gli ottomani"), meritevole del premio.

A Paperon de' Pantaloni andò il diploma e il compenso in denaro, e Paperino fu comunque ricompensato dallo zio che lo sollevò dal duro lavoro nel forno: da allora in poi i turchi avrebbero svolto le mansioni più pesanti e il giovane papero sarebbe stato incaricato di sorvegliarli.


Curiosità