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  • Paperino e lo spartito inedito
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"Son fiorite le rose imperiali / son le rose che volan senz'ali..."
Versi tratti da una romanza dell'opera composta da Paperino

Paperino e lo spartito inedito è una storia scritta e disegnata da Romano Scarpa, con gli inchiostri di Giorgio Cavazzano, pubblicata per la prima volta in Topolino n° 466 (1 novembre 1964).

Trama[]

Zio Paperone accetta da un circolo di amici della lirica paperopolesi la direzione del locale teatro dell'opera. Il ricco papero intende farlo soprattutto perché pensa che sia un buon affare, ciononostante riceve immediatamente il sostegno di Pico de Paperis, che si dichiara favorevole a qualunque investimento nella cultura e si offre come consulente.

Nello stesso tempo Paperino, dopo una breve esperienza come bidello al Conservatorio, si convince di avere delle doti di musicista e, malgrado le riserve di Qui, Quo, Qua, scrive di suo pugno un'intera opera lirica che chiama La fantesca cittadina. Lo spartito, però, rimane inedito perché nessun editore intende pubblicarlo. In preda allo sdegno, Paperino si reca in campagna con la sua creazione e finisce per abbandonare lo spartito in un prato; di lì a poco Pico scopre il volume e si convince che sia un'opera ancora sconosciuta di un celebre musicista del passato, Nitriero Cavalleone, che ai suoi tempi aveva frequentato anche Paperopoli.

Pico sottopone immediatamente lo spartito a Paperone, prospettandogli un grande successo per la nuova stagione operistica, puntando proprio sulla scoperta d'eccezione. Per richiamare il pubblico, però, è necessario scritturare la più celebre cantante lirica del momento, tale Marozia Calatela, nota per il suo carattere capriccioso ed esigente.

Paperone, sia pure con varie perplessità dovute al prezzo da pagare per ingaggiare la Calatela, accetta, ma le cose non vanno per il loro verso. Prima si presentano dal nulla gli eredi di Cavalleone, che reclamano una cospicua percentuale sullo sfruttamento dell'opera attribuita al loro avo; poi la Calatela pretende di avere a disposizione stole d'ermellino per camminare e di esibirsi, anche nelle prove, con le rarissime "rose imperiali" previste nel libretto (e le rose son procurate da Paperino, che sottraendole a un coltivatore distrugge la sua serra, costringendo lo zio a pagare i danni).

I problemi non finiscono qui: i Bassotti vedono nella presenza della celebre cantante a Paperopoli l'occasione per un rapimento a scopo di riscatto. Sfruttando la sciocca vanità della Calatela, i banditi la prelevano senza difficoltà e la imprigionano nel loro covo, chiedendo a Paperone un enorme riscatto per liberarla. Dietro suggerimento di Pico, il multimiliardario domanda come prova di poter ascoltare per telefono una lunghissima romanza cantata dalla diva: il tempo è sufficiente perché la polizia intercetti la telefonata, scopra da dove proviene e intervenga per liberare la cantante.

La prima rappresentazione può finalmente avere luogo; tuttavia, durante la serata Paperino si accorge ben presto che la musica è quella composta da lui stesso, e accusando tutti di plagio, scatena un putiferio nel teatro. Il pubblico abbandona la rappresentazione e si crea un enorme danno d'immagine per la lirica paperopolese, con l'incolpevole Paperino che alla fine è costretto a fuggire per non subire l'ira di Paperone, di Pico, della Calatela, degli eredi Cavalleone e di tutti i membri del circolo "amici della lirica".

Analisi[]

Se vari accenni all'esistenza di un teatro dell'opera a Paperopoli sono piuttosto antichi[1], una storia come Paperino e lo spartito inedito, ambientata proprio nell'ambiente della lirica, costituisce un'eccezione nella produzione a fumetti Disney. Scarpa sfruttò l'originale argomento per creare una delle sue storie di ambientazione paperopolese, caratterizzate dalla presenza di vari personaggi ricorrenti, dalla vivacità della trama e dalla ricchezza di colpi di scena.

Non mancano inoltre motivi blandamente satirici nei confronti del mondo della lirica, come la raffigurazione degli "amici della lirica", tutti talmente attempati da considerare Paperone "giovane"; l'insopportabile divismo di Marozia Calatela, che riprende - anche nelle lettere iniziali del nome e del cognome - la figura di Maria Callas, la più acclamata interprete lirica del Novecento, anch'essa nota per le sue pose eccentriche non meno che per le sue eccezionali doti di cantante; l'ironia sulla presunta competenza di Pico de Paperis, che attribuisce a un grande del passato la mediocre composizione di Paperino. Fra i punti deboli della trama, il troppo facile coinvolgimento di Paperone in un'attività che solo molto difficilmente potrebbe comportargli dei vantaggi economici.

Pubblicazioni[]

La storia è stata pubblicata otto volte in Italia:

Inoltre è stata tradotta e pubblicata in Cile, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Norvegia, Olanda, Polonia e Svezia.

Curiosità[]

  • Nella storia si afferma che Pico de' Paperis (e anche Archimede, che però viene solo citato) è un membro della famiglia dei paperi, secondo una prassi oggi generalmente non accettata, come se qualunque personaggio ricorrente della vita paperopolese dovesse automaticamente essere imparentato con Paperino e Paperone.
  • In alcune traduzioni, come quella tedesca e quella norvegese, il nome di Nitriero Cavalleone - in effetti parodia di quello di Ruggero Leoncavallo - è reso come Josef Herrdi, con evidente richiamo all'operista italiano più noto nel mondo, Giuseppe Verdi.

Note[]

  1. Cfr. ad esempio Paperino multi multi miliardario del 1951.
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