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  • Paperinik e il signore del raggio di luna
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Paperinik e il signore del raggio di luna è una storia, scritta da Guido Martina, disegnata da Massimo de Vita e apparsa per la prima volta su Topolino 1258 del 6 gennaio 1980.

Trama[]

Da qualche tempo, Paperino soffre di sonnambulismo. Di notte, vola per la città col costume di Paperinik, per poi tornare nel suo letto e risvegliarsi stanchissimo e dimentico di tutto. Archimede, interpellato, attribuisce il problema all’influsso dei raggi di luna che una specchiera riflette sul viso di Paperino durante il sonno e, infatti, una volta coperto il vetro, il fenomeno scompare. L’episodio induce Archimede a cercare un mezzo per controllare il misterioso potere del chiaro di luna. La notte successiva, inventa la luna tascabile, una torcia che emette un raggio talmente potente da diventare solido.

Intanto, Paperone, in concorrenza con Rockerduck per l’acquisto di una discarica di cui riciclare i rifiuti, si sbarazza del rivale accusandolo di evasione fiscale con una lettera anonima e facendolo arrestare. Il successo del piano lo rende talmente euforico da voler offrire a Paperino e Qui, Quo e Qua il pranzo (un panino con insalata scondita). Il giorno dopo, però, cade nella disperazione, venendo a sapere che Rockerduck, risultato innocente, sarà liberato in tempo per partecipare all’asta. Paperino propone allo zio un patto: in cambio di venti dollari, lui chiederà a Paperinik di favorire la fuga di Rockerduck, in modo che il miliardario sia arrestato di nuovo per il reato di evasione.

Quella notte, Paperinik entra in azione. Per prima cosa si reca da Archimede, ma un incidente stradale gli fa perdere tempo e lo costringe a fare a meno della 313. L’inventore gli consegna la luna tascabile, poi i due si recano a piedi alla prigione. Lì, Paperinik, usando il raggio di luce solida come una scala, raggiunge la cella di Rockerduck e, presentandosi come "il signore del raggio di luna", lo aiuta a fuggire ma solo per essere immediatamente riacciuffato da due guardie. A causa del ritardo però l’evasione è avvenuta dopo mezzanotte quando il prigioniero era già legalmente libero.

Così, il giorno dopo, Rockerduck, appena uscito dalla prigione, può recarsi indisturbato all’asta per la discarica e, per una volta, soffiare l’affare al suo eterno rivale. Paperino, oltre ad aver fatto una brutta figura come Paperinik e aver perso i venti dollari promessigli, ha davanti a sé la prospettiva di ripagare la perdita dello zio con quindicimila ore di lavoro.

Analisi[]

In questa storia, il Paperinik di Martina tocca uno dei suoi punti più bassi. Molti punti della trama appaiono forzati, come l’idea di un potente miliardario arrestato solo in seguito a una lettera anonima, e il tema degli influssi lunari, che avrebbe dovuto essere il perno della vicenda, serve solo per introdurre un nuovo gadget particolarmente improbabile.

Ciò che più infastidisce, tuttavia, è vedere Paperinik trasformarsi da eroe a sodale di Paperone in una squallida macchinazione, solo per un modesto compenso in denaro. (Queste considerazioni valgono anche per l’onesto Archimede, che si fa complice dell’intrigo senza obiezioni). Già in precedenza Paperinik aveva compiuto azioni moralmente discutibili[1], ma questa volta il suo comportamento e le sue motivazioni appaiono talmente meschine da togliergli le simpatie del lettore e da far accogliere con soddisfazione la sua sconfitta finale.

Pubblicazioni italiane[]


Note[]

  1. Si vedano Il doppio trionfo di Paperinik e Paperinik e l'oltraggioso sospetto. Anche lì Rockerduck è derubato e umiliato, senza che abbia commesso delle colpe vere e proprie.
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