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  • Messer Papero e i fiorini di Mastro Adamo
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Messer Papero e il fiorini di Mastro Adamo è il terzo capitolo della Saga di Messer Papero e di Ser Paperone, uscito per la prima volta su Topolino numero 1427 del 27 marzo 1983. Scritto da Guido Martina e illustrato da Giovan Battista Carpi, la storia parla dell'arrivo ad Arezzo di Messer Papero e del nipote, esuli da Firenze.

Trama[]

Cacciato da Firenze sotto falsa accusa e fuggito da Pisa per sottrarsi al pignoramento del suo barile pieno di fiorini d'oro, che era riuscito a portar via da Firenze, Messer Papero riprende la via dell'esilio che lo conduce in vista della città di Arezzo. lì incontra il poeta Francesco Petrarca, che gli racconta la storia di Mastro Adamo da Brescia.

Quest'ultimo, che era un abilissimo fonditore e cesellatore di metalli, venne convinto da un certo Conte Guidi a fabbricare fiorini falsi per recare offesa ai fiorentini, suoi acerrimi nemici. Il fonditore si mise subito all'opera e in poco tempo vennero messi in circolazione i fiorini fasulli, il cui difetto venne scoperto in poco tempo. Purtroppo, per la fama di Mastro Adamo dovuta alla sua abilità di incisore, egli venne smascherato e la sua casa venne bruciata.

Finito il racconto, il poeta si accanisce su Messer Papero perché egli  aveva ammesso di non conoscere i suoi versi e, offeso, se ne va. I paperi entrano poi all'interno di Arezzo, dove trovano una folla agitata che si dirige verso la piazza. Messer Papero chiede informazioni e scopre che oggi nella città si svolge la Giostra del Saracino. Irretito dal premio in palio, ovvero una lancia d'oro, Messer Papero convince il nipote a partecipare. Inaspettatamente, durante la corsa il cavallo di Paperino parte furiosamente e incredibilmente riesce a vincere. Dopo la corsa, i paperi incontrano due vagabondi che gli acquistano il cavallo che avevano utilizzato per la corsa con due monete false. Le stesse monete che poi i paperi useranno per pagare il conto di una locanda, e che, una volta scoperte, decreteranno la fine del loro soggiorno ad Arezzo e l'inizio di una nuova, precipitosa fuga per l'Italia


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