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"Quando ti ci metti, sei generoso forte!"
Qui, Quo e Qua (a Paperone, dopo il suo munifico atto finale verso Ducklien).

La minaccia dei paperoidi è una storia scritta e disegnata da Romano Scarpa e apparsa per la prima volta su Topolino 1711 dell’11 settembre 1988. È il settimo episodio della serie Paperolimpiadi, pubblicata in occasione delle Olimpiadi di Seul.

Trama

Dopo aver scoperto l’imminente arrivo dei paperoidi e di Ducklien, Paperone è incerto sul da farsi: tornare a Paperopoli per difendere il deposito dagli alieni avidi d’oro o restare a Seul per non sprecare il lavoro fatto sul premonitor? Sceglie infine la prima soluzione, affidando la videocamera ai nipoti.

In realtà, stavolta il re Ducklien punta proprio sulla Corea del sud, dove ha scoperto una massa di oro (quella per le medaglie olimpiche), piccola ma di elevata qualità, che gli serve come carburante per la sua auronave. Lasciati a bordo lo scienziato Gallien e la principessa Zilia, Ducklien scende sulla Terra su una navetta accompagnato dai fidi Sock e Gonz.

Intanto, Kim Don-Ling è tornato sui luoghi della sua infanzia per rendere visita alla sua amica Mae Wang. L’anziana eremita della collina Cranio di Falco, saputo che il suo pupillo prenderà parte alle Olimpiadi, gli offre delle giuggiole in grado di fornirgli un’energia prodigiosa, ma il ragazzo, per spirto sportivo, rifiuta. Mentre i due stanno pranzando, approda sull’altipiano la navetta con i tre extraterrestri.

Mae Wang invita a pranzo i nuovi arrivati, e ne approfitta per narcotizzarli, dando a Kim il tempo di informare i suoi amici paperi. Paperone, Paperino e Qui, Quo e Qua accorrono in elicottero sulla collina, portandosi dietro il premonitor. Ducklien, ancora dormiente, è legato con corde al mobildeno, ma si libera grazie a un violentissimo starnuto, causato dalla sua allergia ai metalli vili.

Il re alieno, saputo che l’oro delle medaglie è riservato ai vincitori delle gare olimpiche, elabora subito un piano: iscrivere Scok e Gonz a tutte le gare, che vinceranno agevolmente grazie ai loro poteri. Per gli sport di squadra, il re farà ricorso a un invenzione di Gallien, in grado di moltiplicare i due. Per salvare le Olimpiadi, Kim sfida gli “atleti” alieni a una gara di atletica. Di fronte all’evidente sproporzione di forze, Ducklien  accetta tranquillamente la sfida e si impegna a tornare nello spazio in caso di sconfitta. Si svolge così, alla vigilia di quella ufficiale, una sorta di Olimpiade cosmica.

Grazie all’energia fornitagli dalle giuggiole di Mae Wang, Kim batte successivamente i suoi avversari prima nella corsa, poi nel salto in lungo e con l’asta (superando, rispettivamente, un burrone e la cima della collina) e infine nel lancio del giavellotto, scagliando un’asta di bambù oltre la frontiera con la Corea del Nord. Le Olimpiadi sono così salve.

Mentre i paperi festeggiano la vittoria con un banchetto a base di riso coreano, Mae Wing, di nascosto, sabota il premonitor, che considera un’invenzione pericolosa. Colpito dalla lealtà con cui Ducklein ha accettato la sconfitta, Paperone ordina alla zecca di Seul una gigantesca medaglia d’oro, di valore equivalente a quello di tutte le decorazion olimpiche messe assieme  e la regala al suo avversario, che può così ripartire per lo spazio senza problemi.

Analisi

Paperone e Ducklien

Romano Scarpa conferma qui la sua capacità di raccontare storie di buoni sentimenti senza cadere nella melensaggine, e di mettere in luce i lati migliori dei suoi personaggi. Ducklien qui non è spinto alla ricerca dell’oro dall’avarizia ma dalla necessità e nella sconfitta si dimostra amareggiato ma dignitoso. Paperone compie qui una delle azioni più generose della sua storia, tanto più notevole perché a favore di quello che poco prima era stato un suo temibile avversario. Più ammirevole di tutti è però il giovane Kim, incarnazione dello spirito olimpico come leale competizione e mezzo di avvicinare i popoli diversi. (Il suo gesto finale, col giavellotto scagliato sopra la frontiera di bambù, assume un significato altamente simbolico)

Spettacolari le scene della gara, in cui Scarpa sfrutta al meglio un paesaggio coreano reinventato.

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Tutti a Seul!

Tuttiaseul

11 settembre 1988 W i giochi coreani!
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