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  • Il mistero dei candelabri
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Il mistero dei candelabri è una parodia Disney pubblicata nel 1989, scritta e disegnata da Giovan Battista Carpi, ispirata al romanzo I miserabili di Victor Hugo, con riferimenti anche a I misteri di Parigi di Eugène Sue.

Trama

A casa di Paperino il televisore si è rotto e Qui, Quo, Qua sono disperati perché non possono assistere allo sceneggiato tratto dai Miserabili di Victor Hugo. Paperon de' Paperoni, per sfuggire a un esattore delle tasse, si presenta in casa del nipote e si offre di raccontare ai nipotini la vera storia dei Miserabili, che sarebbe stata raccontata a Hugo dal protagonista, un antenato-sosia di Paperone stesso di nome Paperjean.

Nella Francia della Restaurazione, Paperjean, spinto dalla fame, aveva rubato del pane ed era stato incarcerato. In seguito a una serie di evasioni e di catture che avevano aggravato la sua posizione, il papero era riuscito a rendersi latitante, benché l'implacabile ispettore Javert non avesse mai rinunciato a perseguirlo per fargli scontare la sua pena. Dopo aver rubato dell’argenteria, fra cui due strani candelabri, al gentiluomo Myriel (ma lo stesso Myriel, resosi conto del furto e mosso a pietà, aveva affermato di aver regalato lui stesso i preziosi oggetti a Paperjean) il papero riuscì a fondare un'impresa e a crearsi una reputazione onesta a Montreuil, un paesino di provincia. Era talmente benvoluto dalla popolazione che era stato eletto sindaco.

Un'indagine di polizia, organizzata dallo stesso Javert a Montreuil, spinse Paperjean a fuggire alla volta di Parigi. Durante il viaggio aveva fatto una sosta in una locanda nel bosco di Montfermeil: qui aveva preso in simpatia Cosetta, un'orfanella costretta a lavorare duramente dai Thenardier (Gambadilegno e Trudy), i proprietari della locanda. Resosi conto che i Thenardier volevano drogarlo per derubarlo, Paperjean fuggì durante la notte, senza accorgersi che Cosetta si era nascosta nella sua carrozza per farsi adottare e venire a Parigi con lui.

A Parigi iniziò una nuova vita per Paperjean. Doveva continuamente intaccare il capitale messo insieme a Montreuil per garantire una vita civile a Cosetta, e contemporaneamente guardarsi dalle persecuzioni di Javert: ma anche i Thenardier erano sulle sue tracce, dato che un funzionario di Napoleone Bonaparte, certo Canard (Rockerduck), li aveva informati che i candelabri – rubati da Thenardier durante le guerre napoleoniche, poi venduti dallo stesso a un rigattiere che li aveva a sua volta venduti a Myriel – contenevano degli indizi per raggiungere un favoloso tesoro dell’epoca di Carlo Magno. I Thenardier, Canard e i criminali Frères Bassets (Bassotti), che abitavano nelle fogne di Parigi, si diedero per molti anni alla ricerca di Paperjean e dei candelabri nella metropoli francese, ma senza nessun risultato.

Dopo vari anni Cosetta, ignara di tutto, era ormai cresciuta (diventando sosia di Paperina) e si era innamorata dello squattrinato poeta Paperino di Pontmercy (Paperino), cosa non gradita a Paperjean che avrebbe voluto vederla sposata a un uomo ricco e influente. Un lamento ad alta voce di Cosetta contenente un riferimento alla sua infanzia dai Thenardier fu casualmente udito da uno dei Bassets, che approfittarono per organizzare il rapimento della fanciulla. Il riscatto richiesto a Paperjean consisteva nei candelabri: e i banditi sapevano bene che il latitante non avrebbe potuto avvertire la polizia. Fu però Paperino a denunciare il fatto alle forze dell’ordine: Javert si precipitò in casa di Paperjean per svolgere le indagini e il ricercato riuscì a fuggire al terribile ispettore per il rotto della cuffia.

La notte seguente, Paperjean con Paperino e tre suoi giovani amici senza casa né famiglia, Gavroche e i suoi fratelli (Qui, Quo, Qua), si recò al luogo previsto (il monumento a Enrico IV) per consegnare i candelabri e riavere Cosetta. I ragazzini notarono che i candelabri si incastravano perfettamente in due buchi nella base del monumento, e, se girati come chiavi, facevano aprire uno scomparto segreto contenente una pergamena firmata dallo stesso Enrico IV.

Thenardier e i Bassets, arrivati per mettere le mani sui candelabri, inseguirono i monelli per impadronirsi anche della pergamena: i ragazzini si arrampicarono sulle guglie della Cattedrale di Notre-Dame e lì si resero conto del significato dello scritto di Enrico IV ("andare dal triangolo al quadrato"), quindi abbandonarono la pergamena per liberarsi degli inseguitori: i monelli avevano capito che il "triangolo" e il "quadrato" erano due piazze di Parigi che avevano esattamente questa forma, e che il tesoro doveva essere nei sotterranei della città a metà strada fra le due piazze.

Nel frattempo Javert, per liberare la città dai crimini compiuti dai Bassets, aveva deciso di far inondare le fogne perché i malviventi fossero costretti a uscire, facendo pervenire dei messaggi in cui si specificava l'ora dell'inondazione. I paperi, recatisi anch'essi nelle fogne per trovare il tesoro, incontrarono Cosetta libera (i Thenardier l'avevano fatta uscire dalla sua prigione perché i paperi, non più preoccupati per la sorte della fanciulla, scoprissero il tesoro: successivamente loro avrebbero potuto sottrarglielo con la violenza). Paperjean e i suoi amici scoprirono effettivamente le ricchezze risalenti all'epoca di Carlo Magno: ma, quando i Thenardier li misero in trappola, consegnarono loro un cofano pieno di sassi invece del tesoro. L'ora dell'inondazione si avvicinava: i Bassets e i Thenardier riuscirono a uscire da un chiusino prima dell'allagamento, ma trovarono i poliziotti pronti ad arrestarli; Paperino, Cosetta, Gavroche e i suoi fratelli e Paperjean trovarono scampo dall'annegamento uscendo fortunosamente da un altro tombino, ma Paperjean non poté evitare di trovarsi faccia a faccia con Javert.

Javert, lasciando esterrefatto Paperjean, gli comunicò che da ormai cinque anni lo stava cercando non per arrestarlo, ma per notificargli la grazia concessagli dal re per buona condotta. Il papero fu finalmente libero, ma dopo aver passato inutilmente cinque anni di vita da latitante fra mille paure. Il tesoro fu destinato all'amministrazione parigina, che ne fece un istituto di beneficenza per tutti i monelli come Gavroche e i suoi fratelli. Paperjean, dato finalmente il consenso al matrimonio di Cosetta e Paperino, visse ancora a lungo con la figlia, il genero e numerosi nipotini.

Terminato il racconto, Paperone riflette sul suo comportamento poco esemplare, e si decide a lasciare la casa di Paperino per affrontare l'esattore delle tasse, che gli chiedeva una soprattassa di ben cinque dollari.

Analisi

La storia è da considerare fra i capolavori di Giovan Battista Carpi, all'epoca riconosciuto maestro della scuola Disney italiana, nonché come una delle migliori Parodie Disney in assoluto.

L'opera di Victor Hugo, di grande vastità e complessità, nonché di toni solenni e tragici (sono ampiamente ricorrenti vari temi incompatibili con i Canoni Disney, come la politica, la religione, la morte) era particolarmente difficile da adattare al mondo disneyano. Carpi riuscì a realizzare un vero capolavoro del genere, creando una trama elaborata ma non eccessivamente farraginosa, con vari colpi di scena (notevole la notizia della grazia di Paperjean, che viene comunicata al lettore solo alla fine della storia) e caratterizzando i personaggi in modo molto originale.

Parallelamente al romanzo di Hugo - che intendeva mostrare solidarietà con i diseredati della società anziché con i ricchi e i potenti - i personaggi sfuggono almeno in parte alla consueta distinzione fra "buoni" e "cattivi": Paperjean è un fuorilegge, ma non per questo appare come un personaggio negativo (inoltre solo parzialmente simile a Paperone); d'altronde l'implacabile ispettore Javert, pur limitandosi a svolgere il suo dovere di tutore dell'ordine, appare dall'inizio fino a poche pagine dalla fine come un antagonista.

Altro motivo di interesse della parodia è la rimozione del tabù di rappresentare coppie sposate e il rapporto genitori-figli, tabù molto tipico dei fumetti Disney: i Thenardier sono sposati e hanno due figlie; Paperjean adotta Cosetta diventando a tutti gli effetti suo padre; Cosetta sposa Paperino e alla fine della storia sono raffigurati nei ruoli di padre e madre di famiglia.

Interessante - e del tutto insolita per una parodia creata dopo gli anni '60 - è anche la commistione fra elementi dei vari universi Disney: benché i personaggi siano chiaramente ispirati all'universo dei paperi, i sosia di Gambadilegno e Trudy si integrano perfettamente con la vicenda (e fra l'altro rendono molto adeguatamente la rozzezza e la volgarità dei Thenardier tratteggiati da Hugo).

Curiosità

  • Nell'aprile 2015 Il mistero dei candelabri occupava il 33° posto nella classifica elaborata dal sito INDUCKS, risultando così la storia di creazione italiana meglio posizionata nella graduatoria.
  • Nella copertina del numero 1743 di Topolino, che vide la prima pubblicazione della storia, si possono notare alcune incongruenze: in effetti i candelabri non sono d'oro ma d'argento; inoltre Cosetta appare all'incirca coetanea dei tre monelli, mentre ha almeno dieci anni di più di loro (sebbene nella storia inizialmente appaia come una bambina).

Pubblicazioni

La storia è stata edita otto volte in Italia:

  • Topolino 1743-1744-1745 (1989)
  • I Classici di Walt Disney (seconda serie) 230 (1996)
  • Le grandi parodie (Disney) 59 - Il mistero dei candelabri (1997)
  • Super Miti Mondadori 53 - Paperina di Rivondosa (2005)
  • I Classici della Letteratura 19 - Il mistero dei candelabri (2006)
  • I Classici della Letteratura (2a edizione) 9 - Il mistero dei candelabri (2013)
  • Speciale Disney 77 - Topolino Classic Edition (2017) idem [106 pagine]
  • Raccolta Topolino (libretto) 64 (2013)

Inoltre ha avuto molta fortuna sul mercato estero, essendo stata pubblicata in Argentina, Brasile, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Inghilterra, Norvegia, Portogallo, Spagna e Svezia.

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