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  • Zio Paperone e l'isola di plastica
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Zio Paperone e l'isola di plastica è una storia di Francesco Monteforte Bianchi e Ottavio Panaro, pubblicata per la prima volta sul numero 3025 di Topolino.

Trama[]

Paperone viene convocato al Municipio dal sindaco che gli spiega di aver bisogno di soldi per mantenere la sua promessa elettorale di terminare la nuova tangenziale cittadina e quindi ha creato una nuova tassa apposta per lui sui grandissimi redditi. Al Deposito, il miliardario si lamenta con Battista e si aggiunge anche la beffa; Rockerduck è esentato dalla tassa perché ha trasferito la sua residenza e quella delle sue industrie in una cittadina semideserta usata come paradiso fiscale. Paperone, che non ha un isola deserta per fare altrettanto, va intanto ad inaugurare il suo impianto di riciclo della plastica. Parlando con una giornalista, questa cita l'"immondisola", il più colossale ammasso di rifiuti plastici che vaga nell'oceano.

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Paperone ha un idea e decide quindi di trasferire la sua residenza fiscale su questa isola di plastica dopo averne rivendicato la proprietà e la ribattezza Paperonia Pelagica. Il sindaco non la prende bene e decide di modificare le norme anagrafiche: chi vuole trasferire la residenza su un isola sarà obbligato a viverci almeno una settimana. Paperone è costretto ad adeguarsi e, con strumenti e viveri, si imbarca su un canotto (poiché il sindaco ha vietato per una settimana il passaggio delle navi a motore) e, dopo molte pagaiate, raggiunge l'isola di plastica. Dopo qualche momento di tranquillità, arriva una tempesta che fa perdere al papero viveri e bussola. Paperone però, usando l'inventiva e diversi rifiuti di plastica, riesce a procurarsi del pesce; inoltre fa conoscenza di una giocosa balenottera. Così passa la prima notte sull'isola di plastica.

A Paperopoli, Battista protesta col sindaco per aver esposto il suo principale ad un grave pericolo, ma il sindaco dismette le sue preoccupazioni, sicuro che Paperone mollerà e dovrà pagare. In mare aperto le giornate trascorrono e Paperone deve fare i conti coi pirati Bassotti, cugini dei loro omonimi di Paperopoli, ma riesce a metterli in fuga con una sparatappi artigianale. Poco dopo viene attaccato da uno squalo, ma interviene la balenottera in aiuto.

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Ormai la settimana è quasi finita, ma Paperone nota che l'isola si sta riducendo considerevolmente; il sole e l'acqua di mare l'hanno infatti erosa. Il papero ritorna in città, ma ormai dell'isola è rimasta solo una scia di detriti ed il sindaco lo reintegra come cittadino paperopolese costringendolo a pagare la tassa. Paperone però riesce a rifarsi della perdita. Condannato dal sindaco a a raccogliere i detriti di plastica, il miliardario fa analizzare dei campioni scoprendo che il materiale dell'isola è ottimo per essere riciclato e può essere usato per la pavimentazione stradale. Ottiene così l'appalto della strada dal sindaco tornando in pari e con un dollaro in più che regala a Battista. Inoltre ha ancora la sua amica balenottera.

Curiosità[]

  • Le isole di plastica esistono (purtroppo) anche nel mondo reale. La più famosa è la Grande chiazza di immondizia del Pacifico formatasi a causa della presenza di rifiuti di plastica nell'oceano unita all'azione della corrente oceanica che ha permesso ai rifiuti di aggregarsi formando l'accumulo.

Pubblicazioni italiane[]

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