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"La mia storia non finirà mai perché, fino quando la terra girerà intorno al sole, ci saranno i Don Chisciotte destinati a ricevere botte."
Don Chisciotte

Paperino Don Chisciotte è una storia del 1956, parodia del Don Chisciotte della Mancia di Miguel de Cervantes Saavedra, scritta da Guido Martina e disegnata da Pier Lorenzo de Vita.

Trama[]

Paperino Don Chisciotte rappresenta la parodia ma anche un'ideale continuazione del Don Chisciotte di Cervantes.

Prima puntata[]

Il cavaliere spagnolo, ormai in Paradiso, decide, su consiglio di Sancho Panza, di gettare il suo scudo sulla Terra per fare in modo che colui che lo riceva ne continui le gesta. La scelta ricade su Paperino, proprio mentre, alla guida della sua auto, si prepara a godersi una settimana di vacanze. In seguito al colpo dello scudo, Paperino sbanda e batte la testa; quando si risveglia, fra i rottami della 313, ha completamente assunto l'identità di cavaliere errante.

Il nuovo don Chisciotte compie la sua prima impresa, obbligando un contadino a liberare un cavallo maltrattato e che sarà il nuovo Ronzinante. Poi Paperino parte alla ventura, in groppa all'animale, usando i rottami della 313 come armatura, il sedile come sella, il clacson come corno e il parafango come lancia. Arrivato a un motel dall'architettura spagnolesca, che scambia per un castello, Paperino chiede al proprietario di armarlo cavaliere. L'uomo, un messicano abituato alle stravaganze degli attori di Hollywood, accetta, e poi lo caccia via a pedate, dopo avergli infilato in capo, a guisa d'elmo, una lattina sfondata.

Paperino, mentre vaga per la foresta con la testa coperta e credendosi cieco, si scontra con Pippo in bicicletta; riconosce in lui Sancio Pancia e lo convince a seguirlo con la promessa di un'isola. Sulla riva del mare, Paperino si scontra con un'armata di giganti (in realtà, uomini sandwich sui trampoli che pubblicizzano un drive-in), rimediando un sacco di botte e finendo gettato in mare.

Successivamente, i due viandanti incontrano il "Commendatore", un astuto vagabondo che, sotto i loro occhi, riesce a rubare il denaro e la bicicletta di Pippo, facendo loro credere che ciò che vedono sia un'illusione, prodotta da un albero magico (qui Martina si rifà non a Cervantes ma ad una novella erotica di Boccaccio).

Seconda puntata[]

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Indomiti, Paperino e Pippo affrontano un esercito di pirati barbareschi (pescatori che tornano dal mare) e rimediano una nuova batosta. I pescatori prima sconfiggono Paperino usando i loro pesci come arma e poi, con le loro reti, lanciano in aria Pippo (così come Sancio fu sottoposto al ballo sulla coperta). I due compagni, rimangono a lungo svenuti, finché non sono svegliati dai gatti, attratti dall’odore di pesce.

Il giorno dopo, i due arrivano a un drive-in, dove si proietta un western; fra il pubblico, vi sono anche Paperone, Paperina, Topolino, Minni, Nonna Papera e Qui, Quo e Qua. Sempre in preda alla sua esaltazione, Paperino scambia gli indiani del film per saraceni che assediano un campo crociato, si lancia all'assalto e distrugge lo schermo. L'improvvisato cavaliere evita guai peggiori solo grazie all’intervento di Topolino, che paga i danni.

Svenuto, Paperino è portato via sull’auto di Paperone, ma ne fugge appena ripresa conoscenza, disperato perché, dopo la sua folle impresa al drive-in, Dulcinea (vale a dire Paperina) gli ha detto di non volerlo vedere mai più e l'ha anche preso a ombrellate.

Terza puntata[]

Anche Pippo abbandona Paperino-Don Chisciotte che, ritrovato il cavallo, si ritira sulle montagne. Lo seguono Qui, Quo, Qua e Paperone; quest'ultimo non agisce per affetto ma perché vuole sfruttare il proverbiale istinto dei pazzi per la ricerca delle risorse minerarie.

In effetti Paperino, nel suo eremitaggio, scavandosi la fossa scopre casualmente un giacimento di petrolio, che per lui è soltanto acqua puzzolente. Paperone lo trova e, sfruttando la sua follia, gli fa firmare un documento con cui gli cede il giacimento in cambio di una moneta bucata da venticinque centesimi.

Ripartito alla ricerca di avventure, Paperino ripete la battaglia di don Chisciotte contro i mulini a vento, con esito altrettanto sfortunato; sbattuto a terra e stordito, si risveglia, senza più armi e armatura e senza memoria degli avvenimenti degli ultimi giorni. Qui, Quo e Qua lo rintracciano ma presto lo sfortunato eroe è costretto a una nuova fuga per salvarsi dalla rabbia dei nipotini, dopo che questi hanno visto la sua firma sullo sciagurato contratto. In cielo, Don Chisciotte e Sancio osservano, compiaciuti, che la loro storia, quella di un cavaliere perseguitato dalla sfortuna, è davvero imperitura.

Critiche e innovazioni[]

La seconda parodia assoluta italiana viene pubblicata a distanza di sette anni da L'inferno di Topolino, prima vera e propria storia parodica, sempre del grandissimo sceneggiatore Guido Martina.

A differenza del suo primo grande capolavoro, in cui l'opera di Dante era seguita in modo rigoroso e fedele, Martina non segue con precisione la trama del romanzo di Cervantes, ma lo reinterpreta e lo gestisce nel modo in cui preferisce, prendendone solo, più che altro, lo spunto per le avventure vissute da Paperino.

Come sarà tipico di tutte le parodie degli Anni '50, la vicenda viene ambientata nei giorni nostri, e non nell'epoca "originale". L'atmosfera creata da questa commistione di epoche, passato e presente, risulta essere particolarmente surreale, in quanto elementi caratteristici del processo di industrializzazione in corso in quegli anni negli USA vengono fatti "cozzare" con elementi di secoli prima, come nella dura contrapposizione tra rustici mulini a vento e moderne automobili.

Tutto sommato, il clima surreale permette a questa avventura di mostrare un proprio fascino, che la rende originale e apprezzabile.

Curiosità[]

Il romanzo di Cervantes è stato oggetto di numerose altre parodie Disney, quali le danesi Don “Paperino” Chisciotte e Don Chisciotte a Topolinia, l’americana Don Pippo Chisciotte, la brasiliana Paperoga in Don Cicciotte Sancho Paper e l'italiana Le fantastiche avventure di Don Pipotte e del suo fedele scudiero Miguel Topancho.

Pubblicazioni in Italia[]

Galleria[]

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