- Paperino contro l'uomo d'oro
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- "Persino i dinosauri potrebbero vivere qui senza esser mai visti!"
- ―Paperino camminando nella giungla della Guyana
- "Jackaruni! Cackaruni! Macaruni!"
- ―L'uomo d'oro ai paperi
Paperino contro l'uomo d'oro (in originale The Gilded Man) è una storia a fumetti Disney di 32 pagine, scritta e disegnata da Carl Barks il 31 gennaio 1952 e pubblicata per la prima volta nel settembre dello stesso anno sul numero One Shots #422 edito dalla Dell Comics.
Paperino e l'uomo d'oro è una delle storie a fumetti di Barks più popolari di sempre in tema di avventura e tesori nascosti[1]. Barks, manda i paperi in una località esotica, la Guyana Britannica non con lo scopo di cercare un tesoro perduto ma un francobollo rarissimo: infatti i personaggi si imbatteranno, grazie ad una serie di eventi, nell'uomo d'oro per puro caso senza che questo fosse il vero fine della storia.
I personaggi principali di questa storia sono Paperino e Qui, Quo, Qua. Gastone, pur comparendo nella storia, ha un ruolo marginale e non compare attivamente nella ricerca del francobollo, a differenza di altre storie come Paperino e il sentiero dell'unicorno o Paperino e il segreto di Hondorica dove invece ha un ruolo più attivo all'interno della trama.
Sinossi[]
Paperino vuole andare alla ricerca di un rarissimo francobollo dal valore di 50.000 dollari proveniente dalla Guyana, deve quindi ottenere la somma di mille dollari per pagarsi la spese del viaggio. Dopo aver ottenuto i soldi dategli da Philo T. Ellic, un ricco milionario americano collezionista di francobolli, parte per il paese esotico. Dopo varie (e vane) ricerche viene a conoscenza che l'unico pezzo rimasto si trova nel tempio di El Dorado. Si mette così in cerca del luogo, senza sapere a cosa sarebbe andato incontro.
Trama[]
La storia inizia con Paperino, nel suo studio, mentre osserva dei francobolli; infatti è da qualche tempo che ha iniziato a collezionarli. I nipotini però si lamentano dello zio che passa buona parte del suo tempo a guardare e cercare stampe, Paperino, irritato, si giustifica spiegando che ha trovato un francobollo che veniva stampato solo in Guyana britannica[2] e dal valore di più di 50.000 dollari.
Purtroppo per lui ha bisogno di soldi per effettuare il viaggio aereo verso il paese sudamericano, così si mette alla ricerca di lettere buttate nei cestini della stazione ferroviaria per trovare qualche francobollo che gli possa far fruttare qualche soldo, il tutto per racimolare la somma per i biglietti. Lì incontra Gastone che, incuriosito dalla ricerca di Paperino, si mette anch'esso a cercare francobolli. Essendo molto più fortunato trova immediatamente un album contenente molte affrancature. La collezione si scopre essere di un milionario di Paperopoli, chiamato Philo T. Ellic, si incamminano così verso casa sua.
Lì il milionario si ricorda della dimenticanza e si accorge della sua sbadataggine così, per ringraziare Gastone, gli da mille dollari, proprio quelli che sarebbero serviti a Paperino. Gastone va via mentre Paperino, abbattuto, rimane ancora un po' lì per riprendersi del colpo ma mentre dava tutto per perso, Philo, pensando che Paperino sia Gastone (e lo chiamerà in un altro modo) crede di non avergli ancora dato i soldi, così prende altri mille dollari e glieli lascia, con sorpresa del papero. Da qui in poi infatti veniamo a conoscenza del fatto che il milionario è una persona molto sbadata che si dimentica facilmente le cose, sopratutto i nomi di Gastone.
Tornato a casa e felice per la somma, Paperino, chiama i ragazzi e gli dice che sono pronti per partire. Inizia così il loro viaggio in nave verso la Guyana, dove li attende una lunga ricerca: infatti i paperi andranno a cercare il francobollo nelle case dei paesani, nelle soffitte e nei vecchi bauli, setacciandoli da cima a fondo. Purtroppo per loro le ricerche sono vane e così, Paperino, decide di andare alla posta dove, a sua sfortuna, scopre che altre decine di collezionisti sono in fila per cercare l'affranco.
Contemporaneamente, i nipotini, sono sulla sponda di un fiume quando un uomo chiede il loro aiuto visto che stava per esser mangiato dai piranha. Così gli lanciano un barile di olio di ricino per far allontanare i pesci e funziona: il vecchio riesce ad arrivare sulla terraferma e chiede in che modo possa sdebitarsi.
Ai nipotini viene in mente di chiedere dove si possa trovare il francobollo, il francobollo Magenta da 1 centesimo del 1856. A loro sorpresa l'uomo lo sa: l'affranco è in possesso di El Dorado, l'uomo d'oro. I nipotini corrono quindi dallo zio e si apprestano ad ascoltare la storia dell'uomo tutti insieme, scoprendo che quest'ultimo risiede nella fitta giungla inesplorata. Partono quindi in elicottero e si fanno lasciare all'inizio dell'ultima zona in cui era stato avvistato El Dorado.
Passano i giorni e le notti ma i quattro paperi non stanno avendo fortuna, per via del terreno difficile e fitto in cui si trovano. Seduti a riposare, scoprono una scimmietta che parrebbe addestrata intuitivamente Paperino capisce che potrebbe esserci nei dintorni l'addestratore, l'uomo d'oro. Seguono quindi l'animale che li porta all'entrata di un vecchio tempio sperduto, hanno trovato le rovine del villaggio di El Dorado. Entrano e iniziano a cercare tra le stanze piene di antichi elmi, armi e animali impagliati. Si imbattono finalmente in un salone con al centro la borsa, quella contenente il francobollo che da tanto stavano cercando. Purtroppo per loro però davanti ai paperi, imponente, vi è l'uomo d'oro e molto arrabbiato per la presenza dei paperi nel suo tempio.
Vengono imprigionati da altri indios e messi all'interno di una fossa in attesa del loro destino. Per El Dorado la giusta punizione è la morte. Sapendo quanto il potente indio ci tenesse all'argento (infatti la borsa aveva delle fibbie di questo materiale), i nipotini erano riusciti a comprare della vernice argentata e iniziano a pensare ad un piano per scappare. È mattina e Paperino viene prelevato per essere giustiziato, ma proprio mentre El Dorado sta per colpirlo Qui, Quo e Qua, ingegnosamente, riescono a far crollare l'unico pilastro su cui sostava quest'ultimo facendolo svenire e si affrettano a ricoprirlo di vernice argentata. Al risveglio l'uomo è così felice di aver cambiato tinta che nella distrazione generale i paperi riescono a scappare con la borsa e la pelle intatta.
Tornati in città la notizia si era già sparsa e un ufficiale britannico sequestra la borsa per poter riconsegnare le lettere in ritardo ma dando un aiuto a Paperino, scrivendogli l'indirizzo a cui sarebbe stata recapitata la lettera con il tanto cercato francobollo. Inizia quindi un viaggio all'inseguimento dell'indirizzo della destinataria, tale Susanna Cigno, passando per l'Oregon e infine a Paperopoli, dove però li attende una brutta sorpresa. Infatti la Cigno è deceduta ma un suo lontano parente è ancora vivo: si tratta di Gastone che, notando la particolarità del francobollo decide di portarlo immediatamente a Philo T. Ellic, tra la disperazione generale di Paperino e dei nipotini. Come previsto il fortunato papero incassa i 50.000 dollari e per Paperino sembrerebbe ormai tutto perduto.
Tornando a casa a piedi, Paperino, si ferma sul ponte a sospirare quando lo sbadatissimo milionario gli passa davanti e nella foga di chiamare un taxi, per andare ad un importante convegno di francobolli a San Francisco, dimentica l'album accanto al papero. Quest'ultimo in fretta e furia rincorre Philo sino sul treno, trovandolo disperato per la perdita e gli riconsegna l'albo. Per la grossa felicità di Paperino, il milionario lo ringrazia dandogli l'esatta somma del valore del francobollo: 50.000 dollari.
Analisi[]
Paperino e l'uomo d'oro riunisce elegantemente diversi aspetti chiave che Barks aveva come artista. La storia ha un ritmo agile, con diversi intrecci narrativi, che vengono rovesciati dai capricci della fortuna (come si nota verso il finale della storia) e dalla questione dell'imperativo mortale, contornato dalla tensione colonialista.
L'attrattiva esotica della storia è una città precolombiana basata sulla leggendaria conquista dell'El Dorado, popolata da un superstizioso passato e presieduta dall'enorme uomo d'oro del titolo. Barks in realtà, e in qualche modo inusualmente, divide l'azione della storia tra scene ambientate a Paperopoli e in Guyana. In questo modo, non solo contrasta i paesaggi urbani della città alla giungla dell'avventura ma illustra anche il passaggio tra lussuosi resort ormai popolati da turisti al decadimento della città di Georgetown, invasa da fumi altissimi.
Non a caso la storia viene ambientata in Guyana britannica: il francobollo magenta non è leggenda, e il paese ha una lunga storia legata alla filatelia. Questo fatto storico ha fornito a Barks un'assurda premessa; la caccia ad un oggetto in passato senza valore economico, reso inestimabile dalla logica del capitalismo. È la stessa logica che motiva gli antagonisti della storia, a casa lo sbadato miliardario Philo T. Ellic, in Sud America, El Dorado, l'imponente gigante d'oro. Entrambi sono due collezionisti, uno di francobolli, l'altro di armature argentate, implicati tutti e due nello stesso ordine materialista.
Come solito per Barks, Paperino conquista quello che crediamo sia il suo meritato finale felice, ma solo attraverso il tipo di caso fortuito che per tutta la storia gli è andato contro. Questo finale è tra i momenti più ironici e pieni di speranza che Barks abbia mai scritto[3].
Sfondo storico[]
- "Grazie ai paperi, Carl Barks risolve un leggendario mistero: non è la prima e non sarà l'ultima volta."
- ―Luca Boschi[4]
Nelle regioni del Sud America occidentale, prima della colonizzazione spagnola l'oro era un minerale piuttosto comune e apprezzato non tanto per il suo valore ma bensì per il significato simbolico. Da quelle parti infatti, si credeva che in "virtù della contaminazione con l'oro", anche l'uomo potesse elevarsi a stato divino. L'esempio più famoso è quello di un sacerdote della tribù dei Chibcha. Costui, durante la cerimonia religiosa, si cospargeva il corpo di una polvere dorata, che aderiva alla pelle grazie anche all'uso di una resina speciale. Successivamente si immergeva in un lago sacro mentre i sudditi gettavano nelle stesse acque oro e gioielli preziosi. Questo sacerdote, il cui vero nome è Zipa, venne ribattezzato El Dorado, che in spagnolo significa uomo d'oro[4].
Prese così piede la leggenda, diffusasi anche grazie al conquistador spagnolo Herman Cortèz, di una città sperduta ricoperta di oro, che spinse molti avventurieri dell'epoca alla sua ricerca. Arrivata sino ai giorni nostri, è stata protagonista di diversi racconti e storie tra cui Paradiso perduto di John Milton e Eldorado di Edgar Allan Poe.
Influenze[]
Don Rosa realizzerà una sorta di sequel a questa storia nel 1998, intitolata Zio Paperone – L'ultimo signore dell'Eldorado, dove ricomparirà l'inquietante uomo d'oro e la sua storia d'origine. È stata pubblicata per la prima volta in Italia nel 2000 su Zio Paperone n. 134.
Il personaggio del distratto collezionista ricompare in Italia in altre tre occasioni: in Paperino pulitore esperto di Daan Jippes, in Paperinik e la nefasta caricatura di Luca Boschi e Lucio Leoni ed infine in Super Pippo e il sabotaggio di Gancio di Luca Boschi e Marco Palazzi.
Altre pubblicazioni in Italia[]
La storia è stata ristampata diverse volte in Italia, di seguito solo elencate le più rilevanti:
- Albi d'oro 357 (Prima uscita italiana) (1952)
- Complete Carl Barks 12 (1980)
- Zio Paperone n. 32 (1992)
- La grande dinastia dei paperi n. 5 (2008)
- I Grandi Classici Disney n. 299 (2011)
- Uack! n. 24 (2016)
Galleria[]
Curiosità[]
- Nell'edizione italiana il vecchio che racconta ai paperi come trovare il francobollo ha la barba e i capelli castani, in contrasto con l'edizione americana che invece presenta i capelli e la barba di colore grigio, proprio perché è un anziano.
Vedi anche[]
Note[]
- ↑ Sul sito INDUCKS è attualmente classificata al diciassettesimo posto su cento.
- ↑ Al tempo in cui Carl Barks scrisse questa storia la Guyana era ancora dipendente dall'Inghilterra; solo nel 1966, l'anno prima del pensionamento di Barks, diventò una nazione indipendente. (da Wikipedia)
- ↑ Carl Barks Library vol. 11 - Analisi della storia scritta da Matthias Wivel.
- ↑ 4,0 4,1 La grande dinastia dei paperi vol. 5 - Analisi della storia a cura di Luca Boschi.
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