- Fattucchiera di Monza
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Genoveffa "Fattucchiera di Monza" | |
Informazioni generali | |
Data di nascita: | imprecisata (secolo XVI) |
Specie: | umana |
Genere: | femmina |
Residenza: | Monza |
Fumetti | |
Debutto in: | I promessi topi (1989) |
Parenti più stretti: | in alcune vignette appaiono il mago suo padre e la strega sua madre, entrambi dal nome sconosciuto |
Genoveffa, più nota come la Fattucchiera di Monza (o anche come la Signora o Nocciola), è un personaggio della banda Disney creato da Bruno Sarda e Franco Valussi, chiaramente ispirato a Nocciola e comparso in un'unica storia, la parodia Disney I promessi topi. Non è identificabile con la più celebre Nocciola, nata vari secoli prima di lei; è possibile, ma non precisato, che le due siano parenti.
Storia[]
Genoveffa nacque a Monza nel Cinquecento[1], da una famiglia di maghi e streghe. Fin da piccola i suoi genitori le fecero forti pressioni psicologiche perché si dedicasse anche lei alla magia, tanto che quand'era bambina le regalavano piccole scope volanti invece delle bambole che lei avrebbe voluto.
Crescendo, Genoveffa manifestò il desiderio di diventare attrice, e tentò di intraprendere questa carriera, ma la sua bruttezza la fece ben presto desistere: così tornò a Monza, manifestò il suo pentimento al padre, e in breve diventò la più famosa fattucchiera della città lombarda. Molti la soprannominavano Nocciola, perché amava coltivare questi frutti, o la Signora.
La fattucchiera intervenne nelle vicende dei Promessi topi in quanto Renzo Topoglino si rivolse a lei per ottenere un filtro capace di dare coraggio al pavido notaio don Pippondio. Purtroppo quest'ultimo era l'unico uomo del Seicento a non credere alle streghe, e lo scetticismo era un forte ostacolo per la riuscita di qualunque magia. Nocciola tentò in ogni modo di convincerlo della sua condizione di strega, fra l'altro materializzando una serie di buffi mostri (chiaramente ispirati alle creature spesso disegnate da Luciano Bottaro), ma con il solo effetto di terrorizzare la governante del notaio. Alla fine, la fattucchiera riuscì con l'inganno a far bere un suo filtro a don Pippondio, che sviluppò un coraggio da leone (purtroppo, solo per un tempo limitato).
Caratteristiche[]
Il personaggio nasce dall'esigenza di fornire una rivisitazione parodistica della celebre Monaca di Monza manzoniana: operazione non facile, in quanto trattare il personaggio dei Promessi Sposi comporterebbe l'accostamento ad alcune tematiche incompatibili con i canoni Disney (la religione, la condizione monacale, la lussuria). L'ostacolo è brillantemente risolto sostituendo alla monacazione forzata di Gertrude la pressione esercitata su Genoveffa dai suoi genitori per farne una strega, portando così avanti la tradizione di famiglia. La digressione sulla sua giovinezza, che riprende puntualmente quella sulle passate vicende di Gertrude nei Promessi Sposi, cede poi il passo, con grande efficacia narrativa, a un confronto della fattucchiera con don Pippondio, del tutto simile alle continue schermaglie fra Nocciola e Pippo a cui il lettore dei fumetti Disney è ampiamente abituato.
Aspetto fisico[]
Genoveffa in età adulta è del tutto simile a Nocciola: ma anche da piccola appare di grande bruttezza, e fin da neonata ha il naso sporgente e il mento bitorzoluto che caratterizzano anche la strega frequentatrice di Paperopoli e Topolinia.
Note[]
- ↑ Nella storia I promessi topi, chiaramente ambientata nel Seicento, si aggiunge una lunga digressione sulla fanciullezza e sulla giovinezza di Genoveffa, precisando che si sono svolte un secolo prima della vicenda principale.